L’artista giapponese ha immerso i visitatori della in un mare ondeggiante di materia ribollente, che circonda le pareti e il pavimento di materiale poroso simile ad una nuvola. Foam, ovvero schiuma, abita una stanza quasi buia, creando una qualità eterea che sembra esteticamente ultraterrena. Attraversando lo spazio, ci si immerge in un terreno pieno di materiale galleggiante, abbastanza rigido da essere compatto, ma fragile e delicato allo stesso tempo. Il conglomerato organico, strutturato come cellule, reagisce chimicamente rimanendo in continuo mutamento, gonfiandosi, e occasionalmente, perdendo vitalità, diffondendosi fuori sul terreno.
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